In tour per presentare il libro, Adelmo Cervi coglie l’occasione per non far dimenticare la storia dei Fratelli Cervi, fucilati dai fascisti.
Tenere ancora viva la memoria di chi ha combattuto contro il fascismo e di questo è stato vittima. È quello che ha fatto – e continua a fare – Adelmo Cervi, primogenito di Aldo, terzo dei sette Fratelli Cervi, imprigionati, torturati e uccisi il 28 dicembre 1943 per le loro idee antifasciste e la loro partecipazione attiva alla Resistenza.
Adelmo, che del padre ha conosciuto solo la storia, visto che aveva pochi mesi quando morì, è arrivato nello scorso fine settimana nell’Empolese Valdelsa per far conoscere il proprio libro, “I miei sette padri”, e dopo essere stato invitato dall’Anpi di Empoli al festival Io Resisto, nel corso del quale ha incontrato le scuole del circondario, ne ha visitato la sezione vinciana e qui, alla Casa del Popolo di Sovigliana, ha incontrato alcuni volontari per parlare del libro, di quello che l’ha spinto a scriverlo, variando anche su temi di attualità politica post elezioni.
Cervi è arrivato a Sovigliana dopo aver visitato il monumento ai caduti dell’eccidio del Padule di Fucecchio a Castelmartini ed essere passato da Vinci, luogo natale di Leonardo, del quale ha visto la fonte battesimale all’interno della chiesa di S. Croce e il Museo Leonardiano.
A Sovigliana ha quindi visitato anche la sede della Biblioteca Popolare Resistente, dove ha presentato il libro e incontrato anche Sara Iallorenzi, vice sindaco di Vinci.